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Margherita

Sdraiati e chiudi gli occhi.

 

Non pensare che sia stupido, tu fallo e basta.

 

Ti piacciono le Margherite? Tu sei una Margherita, una fottuta Margherita in un prato pieno di altre margherite. Alcune hanno più petali, altre ne hanno meno, alcune vengono strappate via, altre continuano a crescere.

 

 Perché ti strappi i petali? Oppure te li stanno strappando? Giocano con te a m'ama non m'ama e poi ti buttano via. Sei spoglia, buttata sul prato, priva dei tuoi bellissimi petali che ti decorano. Girati attorno, guarda il prato, guarda quante margherite non ci sono più, guarda quanti buchi ci sono nel prato. E tu sei qui, buttata sul prato a piangere i tuoi petali strappati da chi non ti ha apprezzato? Pensi davvero di valere così poco?

 

Alzati, rimettiti in piedi, sorridi al sole ed alla terra, fai ricrescere i tuoi petali e datti un'altra possibilità. Guarda quel Sole così splendente e assorbi la sua luce. Riempi quei buchi nel prato, dai un senso a quei buchi nel prato. Puoi farcela.

 

Sei la Margherita, non una margherita.

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Premio Città di Parigi 2023

Cari artisti e poeti

 Siamo entusiasti di annunciare il Premio Città di Parigi 2023 per artisti e poeti, un'opportunità straordinaria per celebrare la vostra creatività e condividere il vostro talento con il mondo. Questo premio è un tributo alla bellezza e all'ispirazione che Parigi offre, e vogliamo che facciate parte di questa straordinaria celebrazione.

 **Cosa potete aspettarvi dal Premio Città di Parigi?**

 

  1. **Diploma di Eccellenza Artistica/Poetica**: Ogni partecipante meritevole riceverà un diploma di eccellenza artistica o poetica, una testimonianza tangibile del vostro straordinario talento e della vostra dedizione.

 

  1. **Medaglia d'Onore**: Inoltre, i migliori artisti e poeti saranno premiati con una medaglia d'onore che simboleggia il riconoscimento ufficiale del vostro straordinario contributo all'arte e alla poesia.

 

  1. **Pubblicazione sul Sito Dedicato**: I vostri capolavori saranno presentati in una galleria online dedicata su cui gli amanti dell'arte e della poesia da tutto il mondo potranno ammirarli e prendere ispirazione dalle vostre opere.

 **Come partecipare:**

Inviate una email a stellevip@libero.it con la foto di un’opera o di una poesia e l'indirizzo completo di cap

 Non perdete questa straordinaria opportunità di far brillare la vostra arte o poesia di fronte a una vasta audience. Il Premio Città di Parigi è una celebrazione della vostra creatività e del vostro impegno nel mondo dell'arte e della poesia.

 Unitevi a noi per rendere omaggio a Parigi  attraverso le vostre opere d'arte e poesie e per essere riconosciuti come talenti straordinari.

 Spese di segreteria euro 15

 

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Tratta dall’opera “LA MODA È EMOZIONI” – di Antonia Doronzo Manno e A. Battipaglia - Dantebus  Edizioni

PREFAZIONE di Massimo Gherardini

«La Moda è arte

meraviglia che ammutolisce […].»

(Antonia Doronzo Manno)

La moda è emozioni è un’opera originale, unica, preziosa, grazie alla quale la versatile autrice

Antonia Doronzo Manno dona al mondo un frammento di quel tipo di Bellezza che, come

sosteneva Dostoevskij, salverà il mondo. Come in una favola, è estremamente singolare l’origine

e l’ispirazione di questo lavoro, che nasce dall’incontro di alcune amiche in un angolo di paradiso

nel Borgo marinaro di Sant’Angelo di Ischia, laddove esse, vincendo i legacci di Kronos e gli

effimeri limiti dello spazio, decidono di dedicarsi (e dedicare) un tempo all’arte, ai sogni e alle

emozioni. Antonia, Carola, Aurora, Gaia e Giulia, dunque, divengono così come quelle Muse

e quelle Grazie che ispirano gli artisti e che nei quadri di Botticelli si danno la mano e danzano

insieme il walzer delle emozioni.

«Alle Grazie immortali

le tre di Citerea figlie gemelle

è sacro il tempio, e son d’Amor sorelle;

nate il dì che a’ mortali

beltà ingegno virtù concesse Giove,

onde perpetue sempre e sempre nuove

le tre doti celesti

e più lodate e più modeste ognora

le Dee serbino al mondo. Entra ed adora.»

(Ugo Foscolo)

Ecco che, allora, non esistono più né i confini fra le arti, né quelli fra le epoche o i luoghi. La

suggestiva “parola poetica” di Antonia Doronzo Manno (logos) si sposa con la significativa

arte fotografica degli scatti di Anna Battipaglia (eikona) generando una liaison meravigliosa,

sicché il logos e l’eikona ballano in musica e danza, prendendo per mano i lettori e facendoli

volteggiare tra i colori, come in un quadro di Chagall. Sono due i motivi dominanti della scena:

la Moda è Arte e la Moda è Sogno. In primis, è l’idea della Moda come Arte a illuminare con

il suo colore ogni cosa, a scandire ogni parola e a fissare ogni immagine, come Musa, come

Argomento, come Sogno, laddove le autrici si schierano in prima fila nel mostrare e svelare

come anche essa sia un’arte degna di tal nome, capace di smuovere i cuori e le anime e in

grado di generare e spargere pulchritudo, come un ciliegio o un pesco che spargono i loro petali

cromatici dipingendo il mondo all’inizio della primavera. In secundis, invece, la Moda ridesta il

saper sognare, in particolar modo tramite il sogno di una donna di diventare modella. Come

i quattro punti cardinali, come le quattro stagioni l’amica Carola tramite la libertà, l’amica Aurora

tramite il colore, l’amica Gaia tramite la musica e l’amica Aurora tramite l’emozione creano un quadrato magico che Antonia collega tramite l’emozione, mutandolo in un cerchio magico che diviene un varco per l’infinito. Eccole, allora, le amiche di una vita, scendere dalla scalinata di

Piazza di Spagna, sfilando nella loro bellezza e nella loro arte…

«Sotto i cieli dell’antica Roma

nella piazza più famosa al mondo,

da sempre cittadini di ogni dove,

le barocche meraviglie ammirano,

rapiti dall’incanto di Piazza di Spagna,

respiro di passioni e d’amore. […]

Poi sotto le stelle si ascoltano,

gli scalini nel fruscio narrare

l’estasi vissuta da modelle

di fascino ed eleganza vestite,

dal desiderio e sogno di creativi

per una fluida bellezza e inclusività.

(“L’incanto di Piazza di Spagna”)

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Tratta dall’opera “GIOIOSO VIVERE” – di Antonia Doronzo Manno e D.Troina Magrì - Dantebus  Edizioni

PREFAZIONE di Massimo Gherardini

«Le persone sono come le vetrate.

Scintillano e brillano quando c’è il sole,

ma quando cala l’oscurità rivelano

la loro bellezza solo se c’è una luce dentro.»

(Elisabeth Kubler-Ross)

 L’opera Gioioso vivere nasce dal felice incontro artistico tra le intense autrici Antonia Doronzo Manno (poetessa) e Daniela Troina Magrì (pittrice), che utilizzano due strumenti simili, ma non uguali. Un piano ed un violino, infatti, per suonare insieme la stessa melodia hanno bisogno di un abile direttore d’orchestra, che le artiste trovano felicemente nell’Amore. Chi meglio di Lui potrebbe dirigere la sinfonia delle emozioni? Inizia, così, una pregevole collaborazione fra versi ed immagini, la cui correlazione ed unione permettono di spaziare anche in altre arti, come la musica, la danza, la scultura e la fotografia.

Il caos interiore ed esteriore, tra realtà e visioni, fra sogni e ricordi, si ordina nel logos accompagnato dall’eikona. Dunque, come nella Genesi, la prima creatura di Dio fu la luce, così in questo meraviglioso viaggio il desiderio ed il fine delle autrici sono quelli di spargere la luce delle emozioni sul mondo.

«[…] Ogni notte vorrei vivere là

dove vanno i sogni, miracoli di luce,

per dare corpo alle mie speranze,

quando all’alba svaniscono

con il volo misterioso delle falene.»

(“Miracoli di luce”)

 Accade, in tal modo, che nel buio del cuore e della terra, il bagliore dell’arte squarci le tenebre dell’apatia e dell’insensibilità, risvegliando l’essere umano e facendolo risorgere a vita nuova e vera. Come nella tavolozza ci sono diversi colori e mille possibili combinazioni, come tra le parole esiste ogni possibile tipo di verbum, così le artiste illuminano la scena con diversi tipi di luce.

LA LUCE DELLA NATURA. Le autrici avvertono come il creato sia un’opera di un artista superiore, offerta in dono con affetto all’uomo. I fiori, il vento, la voce delle cicale e dei grilli, il verde dei boschi e dei prati, l’azzurro del cielo e le sfumature del ciclo delle stagioni e del Sole, abbracciano con la loro bellezza l’essere umano. Di fronte alla Natura, dunque, bisogna porsi con amore e rispetto, maneggiandola con cura, come una rosa fiorita, senza farsi pungere dalle spine, prima che appassisca.

LA LUCE DEL CUORE. Per una esistenza per sempre, che non sia effimera e limitata da uno spazio ed un tempo finiti, le artiste indicano che l’unica via da seguire è quella del cuore. Spalancare le braccia alle emozioni è il segreto per toccare l’infinito. Ad ogni battito della vita, allora, corrisponderà un sentimento.

LA LUCE DELL’AMORE. L’unica bussola che non sbaglia mai, la sola stella polare che indica la rotta da seguire, evitando ai naviganti di infrangersi sugli scogli è l’amore. L’incontro con esso cambia la vita, la sua luce illumina i giorni, i versi, le pennellate. È giunto il tempo di sciogliere il ghiaccio del cuore e dell’anima, per tuffarsi in una nuova calda stagione delle emozioni…

  «[…] Amare è sintesi di vita,

scrivendo con gli altri i giorni

odorosi di fragranza di fiori sbocciati […].

L’amore non conosce freddo o gelo,

il calore dell’estate dei sentimenti

scioglie l’inverno nel cuore,

per trattenere la primavera nello spirito.»

 (“Amare è sintesi di vita”

 

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Tratta dall’opera “VIVERE-La primavera al Covid’19” – di Antonia Doronzo Manno- Aletti Editore

PREFAZIONE di Alessandro Quasimodo
“…Alla primavera non importa la tragedia che si sta consumando in altri spazi lontani, continuando, così, il suo divenire…” Queste righe, tratte da “Vivere”, sottolineano il divario tra la natura che continua ciclicamente il suo corso e la tragedia dell’uomo contemporaneo, colpito da un virus che semina vittime e sconvolge la quotidianità.
Per analogia, possiamo ricordare “Pianto antico”, scritto nel 1871 da Carducci, che esprime sgomento di fronte alla morte del figlio Dante di soli tre anni: “L’albero a cui tendevi/ la pargoletta mano,/ il verde melograno/ da’ bei vermigli fior/ nel muto orto solingo/ rinverdì tutto or ora…/ tu de l’inutil vita/ estremo unico fior,/ sei nella terra fredda,/ sei nella terra negra;/ né il sol più ti rallegra/ né ti risveglia amor:” Le antitesi presenti nella lirica, che fa parte di “Rime nuove”, tra ombra e luce si ritrovano nella raccolta di Antonia Doronzo Manno, che sceglie il prosimetro come genere letterario.
Prevale infatti la prosa, anche se alcuni testi sono in versi per dare rilievo a tematiche che stanno maggiormente a cuore all’autrice. Si nota una struttura narrativa, in quanto la vicenda si basa, soprattutto, su due personaggi che abitano a Roma: Oriana e Bruno. Felicemente sposati, assistono alla genesi e all’evoluzione del Covid ‘19 in Italia.
La loro vita, serena e tranquilla, è turbata dalle notizie che svelano i rischi e la diffusione rapida di tale epidemia. La coppia è costretta a potenziare senso civico e distanziamento sociale, rinunciando a incontrare figli e nipoti. Non si perde, però, l’affetto verso i propri cari, cambiano soltanto le modalità. Coraggio e forza d’animo aiutano a formulare obiettivi nuovi; la speranza suggerisce di superare ostacoli in una ricerca interiore costante. Leggere, conversare, riflettere generano vitalità che è motore indispensabile nel proseguire, anche se con difficoltà, il proprio cammino. La fede in Dio e il desiderio di aiutare chi è meno fortunato alimentano la spiritualità autentica.
Alla situazione attuale si affianca la rievocazione di momenti del passato. Si crea una relazione tra episodi vicini a noi e lontani, rivisitati dalla me moria. Pensiamo all’accostamento tra l’amore possessivo che, nel 2020, può sfociare nel femminicidio e la storia di Paola e Umberto nel 1976: “Eppure appariva dolce, comprensivo, / ma la gelosia ha preso il sopravvento/ e la fragilità dell’uomo amato/ si è trasformata in violenza,/ in una notte di luna piena/ mentre le stelle stavano a guardare/ un amore malato ridotto in cenere.”
Interessante il collegamento tra la notte prima degli esami di maturità, dopo mesi di didattica a distanza, e quella del 1972, quando Oriana era a Torino. Tutto allora sembrava emozionante: l’impegno sociale, gli autori preferiti, le attese.
Purtroppo gli studenti, in questo periodo, sono, per forza di cose, costretti a dimenticare il confronto diretto con i compagni a scuola e le serate impegnate a discutere e a trascorrere il tempo insieme. Sorgono quesiti sulle cause del dolore e sul ruolo del caso nel la nostra esistenza. Diventa impossibile rispondere, ma si può cercare di valorizzare ogni istante e ogni aspetto del nostro itinerario sulla Terra, tenendo lo sguardo fisso verso il solstizio estivo, simbolo di una vera rinascita.

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Storia di una fata

C'era una volta, in una terra lontana, una fata diversa dalle altre, mentre le altre fate amavano giocare e riempire il mondo di bellezza e incanto, questa fata aveva una missione completamente diversa il suo unico obiettivo: rendere felici le persone. Viaggiava per tutta la terra, aiutando le persone bisognose, offrendo loro la gioia e il conforto che desideravano disperatamente. Quando la voce delle sue gesta cominciò a diffondersi, persone provenienti da ogni angolo della terra iniziarono a cercarla, sperando di crogiolarsi nella sua presenza rassicurante. Con il passare degli anni la sua gentilezza e generosità toccavano i cuori di innumerevoli persone, la fata iniziò a preoccuparsi di come sarebbe stata ricordata per il suo lavoro. Voleva assicurarsi che le persone che aveva aiutato si ricordassero sempre di lei e delle sue azioni. Così,  lanciò un incantesimo che avrebbe garantito  anche nelle ore più buie della disperazione, che la felicità e la gioia rimanessero nei cuori delle molte persone che aveva aiutato. Da allora, ogni volta che una persona incontrava difficoltà o tristezza, poteva sentire una forza invisibile intorno a sé, che la guidava dolcemente e le sussurrava parole di conforto. Ogni volta che avevano voglia di arrendersi, potevano percepire una forza invisibile che li avrebbe aiutati a trovare il coraggio di andare avanti. E ogni volta che si sentivano persi e senza speranza, potevano ricordare la fata e le sue tante azioni gentili e ritrovare la gioia e la speranza. Per il resto dell'eternità, l'eredità della fata sarebbe stata ricordata e custodita e la sua storia di gentilezza e generosità avrebbe continuato a vivere.

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Il ruolo dell'arte in Italia

L'arte è una forma di espressione, e in Italia è stato uno stile di vita per secoli, essa ha sempre svolto un ruolo importante nella società e nella cultura. In Italia l'arte non è solo una forma di espressione ma anche uno stile di vita che dura da secoli. Nel periodo rinascimentale, le arti fiorirono quando pittori e scultori divennero famosi per il loro lavoro. Artisti come Michelangelo da Vinci erano famosi in tutta Europa e oltre.Nell'Italia moderna, l'arte continua ad essere parte integrante della società con molti musei e gallerie in tutto il paese che mettono in mostra artisti italiani contemporanei come Francesco Clemente . Il Rinascimento italiano fu un periodo in cui l'arte e l'architettura furono più prolifiche. Artisti come Michelangelo, Leonardo da Vinci, Raffaello e Donatello furono responsabili di alcune delle opere d'arte più famose della storia.

 

(fotoMichelangelo, San pietro Da Massaccio, 1488-1490 circa. Penna e sanguigna su carta. Staatliche Graphische Sammlung, Monaco.)

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stellevip

IO TI HO VISTA

Nella notte più nera, io ti ho vista

ultima stella indicare il cammino:

nomade tra i ruderi del Castello,

zingara legata al palo sul rogo,

ìmpari e preda dell'uomo, ti ho vista

ardere di vita nella tempesta.

 

E ti ho vista, straziata dalle fiamme,

ripudiare tuo figlio per lanciarlo

al di là della morte e con quel gesto

ridargli la vita, sotto il patibolo

dare l'ultimo abbraccio al condannato;

infine, stanca, ti ho vista cadere,

senza implorare ad alcuno pietà.

 

E oggi ti vedo cadere per mano

della mano che strinse la tua mano.

 

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L’angelo di pietra         a mio padre Bruno

10500908058?profile=RESIZE_710xL’angelo di pietra         a mio padre Bruno 

 

 E’ una bellissima giornata di sole,

a far da contorno alla bianca pietra

le foglie di un albero verde smeraldo

 che adornano il capo dell’angelo.

Oggi il sole splende sul suo viso

Lo sguardo nell’infinito

E sul bel volto una lacrima

Fatta di polvere e tempo

Pensa a colui che non c’è più

Chi fortemente lo ha voluto

Proprio lì su quel posto, scelto tra tanti.

Anche una statua di pietra bella

Come i sogni , piange mio padre .

 

(pensiero di Anna Maria)

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Richard Bach: Niente per caso

«Finalmente la risposta. La lezione che era stata così difficile da scoprire, e così difficile da imparare, diventò immediata e chiara e facile. La ragione dei problemi è la loro soluzione. Perché questa è la vera natura dell'uomo, andare oltre i limiti, provare la sua libertà. Non è la prova che abbiamo davanti, quella che determina chi siamo e cosa diventeremo, ma il modo in cui superiamo la prova, se buttiamo il cerino sul rottame o se, superandolo, passo dopo passo ci facciamo strada verso la libertà.»

Richard Bach

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stellevip

Sono leggera

Oggi vivo in uno stato di leggerezza. 

Ho accettato le mie paure.

Non mi assalgono come prima.

Ora sono 10 passi indietro. 

E quando una cerca di raggiungermi,

le tocco la mano e le chiedo:

“Cosa vuoi ancora?

Lasciami fare le cose che mi piacciono

e mi soddisfano.

Stai lontana!

IO non sono nata per stare in disparte. “

Lei abbassa gli occhi e se ne va.


La mia leggerezza cresce.

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stellevip

Sono leggera

Oggi vivo in uno stato di leggerezza. 

Ho accettato le mie paure.

Non mi assalgono come prima.

Ora sono 10 passi indietro. 

E quando una cerca di raggiungermi

le tocco la mano e le chiedo 

“Cosa vuoi ancora?

Lasciami fare le cose che mi piacciono e mi soddisfano.

Stai lontana!

IO non sono nata per stare in disparte. “

Lei abbassa gli occhi e se ne va.

La mia leggerezza cresce.

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stellevip

"Amicizie e Amori"

Un romanzo che mette in evidenza la rande amicizia tra un uomo etero e uno gay, incontri, eventi piacevoli e sofferenze, dove i destini  si intrecciano e animano svariate emozioni e situazioni insolite, in una scenografia roman dove si viene travolti da scenari di passione, bellezza e sensualità, dove si alternano tanti altri personaggi a fare da cornice a storie che sfiorano una realtà suggestiva e fatalità intriganti.

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stellevip

"Incontrarsi"

Mentre mi avvicino non vedo solo la sua bellezza esteriore, percepisco come una forte energia della sua avvenenza interiore, sento un qualcosa che ci ha legato e che ci unisce totalmente a livello Karmico, come se le nostre anime si riconoscono e si rincontrano dopo chissà quali vicissitudini in uno spazio temporale impercettibile. In un attimo sento mille impulsi dentro me che mi investono, sento serenità, leggerezza, un senso di appartenenza invisibile ed immateriale, un qualcosa di sublime che non avevo mai percepito prima, sento dentro di me una cosa sconosciuta (perché mai provato in questa vita) ed allo stesso tempo famigliare di vissuto comune, non capisco bene cosa mi sta accadendo, so solo che mi sento in pace ed armonia con questo essere che ho di fronte. È come se la nostra parte interiore volteggi tutto intorno a noi ed è tutto così leggiadro di una pacatezza insolita. Lo guardo ma la mia percezione va oltre a ciò che vedo visivamente, avverto un soffio che avvolge...
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Raccolta di poesie "Messaggi dall'alto"

Messaggi dall’alto di Irma Kurti è una raccolta di ottanta poesie. Il leitmotiv è rappresentato dalla nostalgia per il paese d’origine e dall’amore, quest’ultimo inteso nel senso più ampio e universale, ossia quello per i genitori e quello nella coppia. Tutto scorre in un ritmo veloce, in una quotidianità frenetica che non dà nemmeno il tempo di pensare a se stessi, in una vita che a volte si comporta male o il cui spettacolo lungo e monotono affatica. Ci sono amori che esistono oltre ogni logica e oltre la morte, così come ci sono affetti o baci che nascono o muoiono in un istante. Nonostante il cielo grigio e nuvoloso, l’autrice cerca sempre e invita nel suo abbraccio migliaia di raggi di sole. Una raccolta di poesie scritta con uno stile semplice e scorrevole, ma che riesce comunque a svelare la complessità dei sentimenti umani.
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Carlo Dossi

Alberto Carlo Felice Pisani Dossi nacque nel 1849 a Zenevredo, un piccolo paese in provincia di Pavia dove i Pisani-Dossi possedevano delle proprietà da diverse generazioni. Suo padre Giuseppe Maria Gelasio, appartenente all'aristocrazia locale,era laureato in ingegneria ed era figlio del rivoluzionario e militare Carlo Dossi, mentre sua madre Ida Quinterio apparteneva invece alla nobiltà lodigiana. Abbandonò Zenevredo per trasferirsi a Milano, in un'abitazione ancora oggi presente in Via Brera,per iscriversi alla scuola media e poi al Liceo Ginnasio Giuseppe Parini, passando in seguito all'Istituto privato Sant'Ambrogio. Tornato a Milano, partecipò ancora giovanissimo al movimento della Scapigliatura, scrivendo articoli sui periodici locali e pubblicando con Luigi Perelli la rivista Palestra Letteraria, Artistica e Scientifica , a cui collaborarono scrittori come Francesco Domenico Guerrazzi, Niccolò Tommaseo,Aleardo Aleardi, Giuseppe Rovani e perfino Giosuè Carducci.

Gli anni della carriera diplomatica

Francesco Crispi, al cui governo la carriera del Dossi come diplomatico fu legata.Legato il suo nome a quello di Francesco Crispi di cui fu anche segretario particolare,divenne ben presto «Ciambellano del cifrario» al Ministero degli Esteri nel 1870,occupandosi di tematiche di rilievo per l'epoca come il problema dell'emigrazione e i tentativi di riconciliazione tra stato e chiesa . Si trasferì quindi a Roma nel 1872 dove fece amicizia tra l'altro con Edmondo Mayor des Planches e Luigi Bodio. Nel 1891,alla prima caduta di Crispi, fu inviato a Bogotà, in Colombia, come console generale e ministro plenipotenziario, partecipando attivamente ai preparativi locali per le celebrazioni del IV centenario della scoperta dell'America.

Durante il secondo e ultimo ministero Crispi venne confermato capo di gabinetto del Ministero degli Esteri italiano.

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                                   “VIVERE- La primavera al Covid-19”      di Aletti Editore

 

PREFAZIONE di Alessandro Quasimodo          

 “…Alla primavera non importa la tragedia che si sta consumando in altri spazi lontani, continuando, così, il suo divenire…” Queste righe, tratte da “Vivere”, sottolineano il divario tra la natura che continua ciclicamente il suo corso e la tragedia dell’uomo contemporaneo, colpito da un virus che semina vittime e sconvolge la quotidianità. Per analogia, possiamo ricordare “Pianto antico”, scritto nel 1871 da Carducci, che esprime sgomento di fronte alla morte del figlio Dante di soli tre anni: “L’albero a cui tendevi/ la pargoletta mano,/ il verde melograno/ da’ bei vermigli fior/ nel muto orto solingo/ rinverdì tutto or ora…/ tu de l’inutil vita/ estremo unico fior,/ sei nella terra fredda,/ sei nella terra negra;/ né il sol più ti rallegra/ né ti risveglia amor:”

Le antitesi presenti nella lirica, che fa parte di “Rime nuove”, tra ombra e luce si ritrovano nella raccolta di Antonia Doronzo, che sceglie il prosimetro come genere letterario. Prevale infatti la prosa, anche se alcuni testi sono in versi per dare rilievo a tematiche che stanno maggiormente a cuore all’autrice. Si nota una struttura narrativa, in quanto la vicenda si basa, soprattutto, su due personaggi che abitano a Roma: Oriana e Bruno. Felicemente sposati, assistono alla genesi e all’evoluzione del Covid 19 in Italia. La loro vita, serena e tranquilla, è turbata dalle notizie che svelano i rischi e la diffusione rapida di tale epidemia. La coppia è costretta a potenziare senso civico e distanziamento sociale, rinunciando a incontrare figli e nipoti. Non si perde, però, l’affetto verso i propri cari, cambiano soltanto le modalità. Coraggio e forza d’animo aiutano a formulare obiettivi nuovi; la speranza suggerisce di superare ostacoli in una ricerca interiore costante. Leggere, conversare, riflettere generano vitalità che è motore indispensabile nel proseguire, anche se con difficoltà, il proprio cammino. La fede in Dio e il desiderio di aiutare chi è meno fortunato alimentano la spiritualità autentica. Alla situazione attuale si affianca la rievocazione di momenti del passato.

Si crea una relazione tra episodi vicini a noi e lontani, rivisitati dalla memoria. Pensiamo all’accostamento tra l’amore possessivo che, nel 2020, può sfociare nel femminicidio e la storia di Paola e Umberto nel 1976: “Eppure appariva dolce, comprensivo,/ ma la gelosia ha preso il sopravvento/ e la fragilità dell’uomo amato/ si è trasformata in violenza,/ in una notte di luna piena/ mentre le stelle stavano a guardare/ un amore malato ridotto in cenere.” Interessante il collegamento tra la notte prima degli esami di maturità, dopo mesi di didattica a distanza, e quella del 1972, quando Oriana era a Torino. Tutto allora sembrava emozionante: l’impegno sociale, gli autori preferiti, le attese. Purtroppo gli studenti, in questo periodo, sono, per forza di cose, costretti a dimenticare il confronto diretto con i compagni a scuola e le serate impegnate a discutere e a trascorrere il tempo insieme. Sorgono quesiti sulle cause del dolore e sul ruolo del caso nella nostra esistenza. Diventa impossibile rispondere, ma si può cercare di valorizzare ogni istante e ogni aspetto del nostro itinerario sulla Terra, tenendo lo sguardo fisso verso il solstizio estivo, simbolo di una vera rinascita.

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