La poesia "La ferita" di Daniela Zambonera si presenta come una profonda riflessione sulla fragilità umana, resa con un linguaggio denso e ricco di sfumature. L’incipit, “Ecco / Il mondo si spezza”, cattura immediatamente l’attenzione, introducendo un’immagine di frattura e disgregazione causata dal “peso della nostra solerzia”. Il termine “solerzia” sembra carico di ironia, richiamando un eccesso di zelo che, anziché costruire, finisce per logorare.
La poesia esplora poi il tema della fragilità sommersa, descrivendola come una forza non affiorata, ma sempre presente, capace di manifestarsi quando si rompono le “forme sicure (certe)”. Questo frammentare è presentato non come una sconfitta, bensì come un’opportunità per scoprire una nuova umiltà e un rinnovato equilibrio.
Il tono diventa più riflessivo nel descrivere la resistenza come un emblema, un simbolo di lotta silenziosa contro le avversità. La chiusura suggerisce un invito alla trasformazione e alla scoperta di un ristoro condiviso, che si oppone al conflitto, creando invece uno spazio di riconciliazione.
Nel complesso, “La ferita” è una poesia che esplora la dualità tra vulnerabilità e forza, offrendo una lettura intima e universale della condizione umana.
A breve l'intervista alla poetessa