Potrebbe parlarmi delle sue opere poetiche e del suo percorso artistico ?
Biancamaria Valeri –
Ho frequentato una scuola ad indirizzo umanistico e di studio amoroso dei
classici. Non posso tagliare queste radici letterarie, che già si irrobustivano frequentando le scuole
elementari, dove la Maestra non solo ci leggeva e ci spiegava le poesie, ma ce le faceva imparare a
memoria e ce le faceva recitare “senza fare cantilena”! Una a settimana. Carducci, Pascoli,
D’Annunzio, Gozzano, Palazzeschi, Diego Valeri, Ungaretti, Quasimodo, per non parlare di Dante
e Manzoni... Le dovevamo anche illustrare con i nostri disegni. Così pure avveniva negli anni della
Scuola media durante i quali abbiamo imparato a memoria anche le poesie in lingua inglese. E gli
insegnanti di Lettere e Disegno ci facevano illustrare i sentimenti che le poesie avevano impresso
nella nostra memoria e nella nostra visione anche intellettuale. Collegavamo concreto e astratto.
Poi nella scuola superiore il mondo letterario si è arricchito di opere immortali in latino e greco;
queste ultime con tanto di lettura metrica. Una musica per i nostri orecchi; un sentimento di tecnica
e armonia che sulla riflessione, sull’esame delle parole, sulla quantità delle sillabe e sulla scansione
del verso (inclitocome lo definì Foscolo in A Zacinto) ci faceva immaginare uno svolgersi del
pensiero come un’opera armonica, in cui si fondevano anche geometria e matematica.
Ha mai collaborato con artisti di altre discipline (musica, pittura, teatro) ?
Biancamaria Valeri –
Si ho collaborato con fotografi d’arte ed ho scritto tracce poetiche di
manifestazioni di alta fotografia. Ho reso liricamente le presentazioni di exhibition di opere di
pittura e scultura. Gli Artisti si sono compiaciuti con me. Bontà loro! Da parte mia mi sono limitata
ad un semplice lavoro di rielaborazione lirica di quanto le loro opere suggerivano con linguaggio
non verbale, arcano. Una bellissima esperienza. Arricchente. L’arte non si deve rinchiudere nel
bozzolo; deve volare libera; deve sperimentare nuove forme di comunicazione e di rielaborazione;
deve suggerire un volto, un’anima e vocalità, per esempio, a chi possiede anima, personalità, ma le
esprime con comunicazione non verbale.
C’è una sua poesia che considera particolarmente significativa o rappresentativa del percorso poetico?
Biancamaria Valeri –
Mendicanti di stelle
Mendicante di stelle
il poeta, di notte,
quando il giorno
è sparito dietro l’orizzonte
mira le lontane stelle
che occhieggiano
tremule
nel manto di cobalto.
Copre il cielo stellato
la faticosa corsa
che affanna il viver
quotidiano.
Di giorno si vede
insieme alla luce
anche l’oscura ombra;
ma di notte
le stelle tracciano
la rotta.
Il Poeta deve guardare il Cielo. Questo è scuro di notte, perché “ il giorno è sparito dietro l’orizzonte
”; ma il Poeta “ vede ” anche nell’oscurità che copre “ la faticosa corsa che affanna il viverquotidiano
”. Gli altri dormono, lui veglia e vede, perché, se durante il giorno la luce fa brillare
anche l’ombra, “ di notte le stelle tracciano la rotta
Quali pensa siano gli ostacoli più grandi che una poetessa, scrittrice oggi deve affrontare, sia a
livello creativo che professionale ?
Biancamaria Valeri –
Il sentimento dell’inutilità della poesia e della composizione poetica in una
società tecnologizzata all’eccesso. La nostra società rappresenta una fase, un passaggio; passerà, ma
di quanto tempo si avrà bisogno ... non so figurarmi il superamento. Ci sarà una svolta in questo
mondo, ahimè, disumano e disumanizzato ... Adesso siamo nella fase dell’ubriacatura e tutto ci
riempie di stupore, ma anche di confusione. Mi viene da chiedere: quale spazio, quale tempo per
l’Uomo in una società in cui le “macchine”, i meccanismi inventati dall’Uomo e messi in essere da
lui stesso, sembrano prendere tutto la spazio esistente ed anche non esistente, virtuale, al loro
creatore?
.
Cosa pensa del rapporto tra poesia e traduzione? Pensa che una poesia possa mantenere la sua
essenza anche in un’altra lingua ?
Biancamaria Valeri –
Un tempo si diceva che “Tradurre è Tradire”. «Questi è Monti poeta e cavaliero,
Gran traduttor dei traduttor d’Omero » (Ugo Foscolo)
Monti non conosceva il greco ... ma questo non ha inficiato il valore del suo capolavoro assoluto, la
traduzione dell’Iliadedi Omero. Ha scritto un’altra Iliade? Non penso. Ha reso con forza e
sentimento moderno quello che fu il canto del popolo greco scritto oltre mille anni prima di lui.
Tradurre dal greco antico in italiano moderno ... un’impresa eroica! non solo per la complessità
della nostra lingua contemporanea, della nostra esperienza sentimentale e immaginifica, ma anche
per la quantità dei vocaboli a nostra disposizione. Il greco antico rispetto a noi ha
oltre 85.000 lemmi; mentre la lingua italiana contemporanea ha circa 500 000 parole, in continua evoluzione e
aumento.
Quando si traduce una poesia scritta in italiano in lingua inglese o viceversa, certamente emergono
differenze notevoli, ma credo che non si perda la Poesia. Si sentirà un suono diverso, si sentiranno
parole diverse, ma il senso profondo, l’immagine evocata anche se tradotta in altra lingua “
suonerà”sempre e sarà voce “
di poesia e in poesia”.Ho avuto la fortuna di avere tradotte in inglese alcune mie composizioni.
Do di seguito un esempio.
Mi sembra che il risultato in Inglese sia ancora poesia. Pur se utilizzata è un’altra lingua, se
utilizzate sono state parole di diversa quantità sillabica e di diversa pronuncia nel parlato, se
apparentemente c’è stato adattamento delle immagini, se i versi sono aumentati di numero. Il
risultato in inglese mi è piaciuto. Per me solo l’opera lirica è intraducibile.
Come descrive l’evoluzione del suo stile poetico nel corso del tempo? Ci sono stati momenti di
svolta oppure no ?
Biancamaria Valeri –
Il mio stile, se di stile posso parlare: work in progress. Come ho già detto: la
mia vita è continua svolta ed anche il mio modo di comporre. Non posso dire che all’inizio è stato
semplice e poi via via sempre più complesso, come se si sviluppasse sull’esempio della vita
biologica dell’uomo. Certo la composizione segue lo svolgersi delle stagioni della mia vita e ad esse
si adatta. Ma in componimenti giovanili ho rilevato la stessa complessità di componimenti scritti in
questi giorni.
La tecnologia e i media digitali influenzano la sua scrittura in qualche modo? Come si rapporta
all’uso di strumenti tecnologici nella creazione poetica.
.
Biancamaria Valeri –
Certamente. Preferisco scrivere a mano; ma non disdegno l’utilizzo di una
tastiera o di un personal computer... la tecnologia e i media digitali facilitano la scrittura. Se non
altro non devi cambiare foglio o affaticare la tua mano nello scrivere. La tastiera di un PC è come la
tastiera di un pianoforte. Il ticchettio dei tasti mi facilita la concentrazione e la velocità di scrittura.
Anche la correzione è più facilitata e veloce; la correzione deve essere sempre praticata. La rilettura
meditata e riflessiva serve per revisionare il testo ed eliminare anche refusi di scrittura... la tastiera
è molto sensibile e l’autocorrezione del sistema, a volte, può generare refusi comici.
Poi il PC è multitasking. Se ti viene un dubbio su un termine, sull’uso di un sinonimo ...
contemporaneamente puoi aprire una finestra e fare ricerca immediata ... confrontarti, per esempio,
con esempi similari, che possono, se ci rifletti su, aprirti un universo di simboli, di suoni che prima
non avevi immaginato o pensato. L’importante è non distrarsi nella vuota chiacchiera, nella ricerca
spasmodica di novità, nel navigare nel pelago della rete senza senso e direzione ... il sapere non si
spiattella affastellando “file” su “file”.
Non bisogna perdere l’orientamento e il corso del proprio pensiero, che è anche finalità e direzione.
Il pensiero poetico deve giungere ad una conclusione. Non può rimanere appeso alla vacuità della
distrazione e della farragine di notizie accantonate senza ordine e direzione. L’uso di strumenti
tecnologici? Un uso strumentale e niente più. Per me sulla Tecnica vince sempre l’Uomo.
Cosa pensa della poesia performativa, come lo slam poetry? Pensa che la poesia debba essere
letta ad alta voce per esprimere appieno il suo potenziale ?
Biancamaria Valeri –
Penso bene. I cantanti cantano davanti al loro pubblico. Perché non deve
leggere ad alta voce il suo componimento un poeta? La differenza sta nella musica. In una canzone
la musica accompagna e si fonde con le parole e l’interpretazione del cantante, che spesso canta
testi scritti da altri. Il poeta legge il “suo” componimento e senza musica, affidandosi al suono delle
parole, al timbro, al tono, alla sonorità della sua voce. La poesia è musica senza strumenti musicali;
è libera e spirituale. La poesia DEVE essere letta ad alta voce e davanti ad un uditorio preparato,
educato al silenzio e all’ascolto; in una parola preparato, educato alla meditazione e alla
concentrazione su un testo che fa leva solo sulla parola letta, sul suono di questa e sulla vocalità del
compositore/poeta. Il testo letto e ad alta voce ha più capacità di suscitare emozioni e vibrazioni
all’unisono tra poeta e pubblico. Ho detto pubblico educato; perché la poesia, come anche la musica
in genere e il canto, sono atti di forte sacralità. Il poeta, leggendo un suo componimento, svela la
sua intimità. È un azione pudica; il poeta si svela, mette a nudo e con pudore la sua profonda
essenza di Persona davanti al tema del suo componimento, al testo, alle emozioni che ha provato, al
pathos che suscita la riflessione a voce alta, al respiro della sua anima e al respiro profondo
dell’uditorio che interagisce con lui. Per me la lettura della poesia in pubblico e a voce alta esige
silenzio, “auscultazione”. Non condivido la possibilità, che potrebbe riservarsi un pubblico, di
uscire fuori dai suoi limiti e “massacrare” o distruggere il poeta e il suo componimento, solo perché
sugli umori del momento e acriticamente ha stabilito che il testo è brutto o suscita il ridicolo o
reazioni scomposte. Per me non esiste “poesia bella” e “poesia brutta”, “capolavoro” e “prova di
penna”. La Poesia è Poesia. Più la rileggi, più trovi nelle sue pieghe riposte profondità,
inimmaginabili... Ti fa crescere.
Qual è il criterio con cui seleziona i temi e gli argomenti trattati nelle sue poesie?
Biancamaria Valeri –
Secondo l’eco interiore che gli eventi, esterni o interni che siano, suscitano
in me. Il tema della mia Poesia? La Vita in tutte le sue sfaccettature; la vita mia e dei miei simili, la
vita di questa bella famiglia d’erbe e d’animali che è la Natura. Come sostenne Eraclito:
Ho indagato me stesso ; e nella riflessione su tutto ciò che mi circonda, aggiungo io.
Ferentino, 5 ottobre 2024
La ringraziamo sinceramente per aver condiviso il suo tempo e per averci guidato in questo incantevole viaggio attraverso la poesia. Le sue parole ci hanno offerto una visione unica e profonda del mondo poetico, ispirando riflessioni intense. Ci sentiamo onorati.