Il Borgo è in festa.
Mille luci colorate,tra gli alberi e le mura,
mentre i turisti,incuriositi dai fari,
girano alla ricerca di identita’ perdute.
Vetrine,con il pane in bella mostra,
forme di un tempo dimenticate.
Cio’ che eravamo,che siamo,che saremo.
Gli attrezzi di campagna ed il carro,
su cui troneggia una singola,
semplice bottiglia di vino.
Una fascina di erba,un rastrello ed un aratro,
nel trambusto di piazza, accartocciati
intorno al grande schermo.
Immagini di Dame e Cavalieri,
alabarde e cetri tra il dolce cullarsi delle note.
E sull’alto,tra le ombre e le sporadiche
memorie di un tempo,
l’antico castello guarda,come a proteggere
e guidare il viandante,tra le nebbie della vita.
È dolce il ricordo della mia infanzia,
quando i cavalli mi correvano al fianco,
senza timore si udiva lo scalpitio degli zoccoli.
Seduto sulle mura,mi rivedo.
Sono come un tempo,sono come sono ora.
Un giovane suonatore di liuto,
immortalato nel tempo.