Vieni.
Questo mondo che credevo nostro,
non ci appartiene.
Essere noi stessi,dopo mille cicatrici sulle nostre braccia,sulle nostre labbra,nei tumulti dell'anima,
il nostro sentire,vivere,soffrire,
Hanno venduto ogni cosa, per un pugno di inutili parole
che viaggiano nell'etere senza meta.
Fuggiamo da uomini che non sanno
piu’ chi sono,cosa vogliono,da entità che non si riconoscono,nella assurda ricerca
di un qualcosa che appaghi la loro sete di niente.
Riportami da dove siamo partiti,io e te.
In quel mondo incantato dei tuoi abbracci,
delle tue carezze,dove i poeti,
nella loro quasi utopistica visione,
si innamorano della luna e delle stelle.
Quel luogo ove si duella con il liuto,
non con la violenza.
Portami nel tuo amore.