Sogno i cigni eleganti,
il paesaggio roccioso
di contorno allo stagno,
specchi d’acqua che riflettono
esili gambe d’elefanti.
La pachidermia pe(n)sante,
resasi levità volante,
pare trovare un riflesso
in qualche arbusto dimesso.
Gli appesi alberi spogli,
i ceppi accesi su’ colli,
le rocce dure e brunite,
le nubi un poco stranite …….
Compiaciuto il mio sguardo,
scanso gli erosi calanchi,
poggio le mani sui fianchi
e mi immergo nell’ultimo,
bianco, infinito, saluto.