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Ad alta quota

Ad alta quota

C’è un sigaro pronto,

sul tavolo la giusta confusione, 

un bicchiere di Baron de Lestac

[rosso cupo]

qualche idea per un prossimo lavoro

e un personaggio che gira nella mente

irriverente e stronzo,

come lo era il sottoscritto a quarant'anni.

Ad una certa età

tutti i ricordi diventano futuro,  

scolorite pagine da scrivere di nuovo

togliendo il falsamente coinvolgente 

e andando dritto al cuore di un pensiero.

Quel lago un certo giorno attraversato

non era poi così profondo e le sue rive 

oggi le vedo purtroppo più vicine, 

meno scoscese, diverse, colorate.

E quella Dea con i capelli neri?

Era davvero così bella e vera?

Non so, non credo, non voglio criticare,

ma non era amore, era un bel corpo

uno dei tanti corpi senza volto 

che non mi davo modo di vedere.

E quella stanza senza porte e specchi 

dove mi son nascosto per trovare 

un passo ad alta quota e andare oltre  

ad una vita che non sopportavo?

.

Nel mio andare in fretta e ritornare

non sono mai salito ad alta quota

e non sono andato oltre proprio a niente, 

mi sono solamente sopportato.

Ed ho cambiato tutto,

come si fa quando ci si accorge

che è ancora troppo presto per partire.

Poi normalmente si accetta la follia,

si va lontano per trovare un senso 

e non si trova, perché un senso non c'è

è solo vita.

.

Tempo che si azzera e poi ti sveglia,

riassunti e fughe, luoghi e non luoghi, 

vendite e acquisti, perdite, distanze.

.

E ancora oggi mi sopporto ancora

perché mi sento sempre innamorato.

 

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