Abner Rossi posted a status
on Saturday
Mi pento e mi dolgo con tutto il cuore

Sto andando a letto e Natale è finito da 4 minuti. Stamani mi ero alzato alle 6, più o meno la solita ora di sempre, e LUI era già nato. La prima volta che è successo avevo trentuno giorni, ero già carino anche se, come LUI, ero stretto in delle fasce di vari tipi di stoffa. Tutta roba scomoda che si bagnava al primo piccolo schizzo. I pannoloni erano, nel suo e nel mio Paese, un sogno lontano. Fossimo stati inglesi o americani avremmo sofferto meno per quei fastidiosi rossori che si propagano sul culetto e si espandono fino a fine coscia,che avrei scoperto in seguito chiamarsi inguine. Mai pensato ad una competizione nonostante avessi un mese e un giorno di vantaggio su di lui. E poi come si compete con UNO che è in grado di rinascere ogni anno nello stesso luogo, lo stesso giorno e alla stessa ora con quel po’ po’ di sceneggiatura? Io ero nato una volta sola e per ricordarsene bastava un dolcetto e un po’ di festa. Diversamente da LUI io avrei potuto in seguito cambiare lavoro, amici, donna, interessi, filosofie, credenze, vizi, modi di pensare.
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Classe sociale diversa ovviamente, la sua arrivava alle stelle, la mia al limite più basso ma LUI, così unico e ben messo in quanto a potere, ha dovuto rispettare assolutamente i dettami di suo Padre senza mai poter cambiare di una virgola la sua vita.
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E’ vero molti lo volevano morto fin dall’inizio, ma è anche vero che la monotonia di una vita troppo ripetitiva ed immutabile anche nei particolari spesso uccide o, comunque, non ti da quel po’ di empatia che servirebbe. In quanto ad amici io ero nettamente avvantaggiato su di lui, con Massiminino formavamo un duo vincente, io ero bellino e sapevo parlare come un futuro tuttologo, Massimino era zoppo e destava quella certa pietà che aiuta ad avere fortuna nella vita ed attenzione da quelle femmine che si eleggono a madri fin da piccole. Altro che il passare dalla “cruna di un ago”. LUI, al contrario di me, passava intere giornate a convincere con ostinazione delle sue idee e spesso era quello che doveva procurare il cibo e le bevute.
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Entrambi puniti dalla casualità che fa della nascita un terno al lotto, pur lontani ere e continenti, siamo nati in città piene di mercanti e templi. Suo Padre era Trino, sua Madre una donna di classe, pudica, elegante, bella, onesta all’infinito, ancora oggi onorata. Mio padre lucidava posate d’argento per i ricchi, creativo fino all’ossessione non si è mai arreso, con guizzi d’intelligenza stratosferica avrebbe potuto ma non ci è riuscito… forse per la guerra o forse per la pace. Eccelleva come giocatore e pur perdendo fortune era un vincente. Nessuno come lui a tressette! Imbattibile! Mia madre era straordinaria e non voglio parlarne. Qualsiasi parola avrebbe la caratteristica di essere troppo e troppo poco nello stesso tempo.
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A trentatre anni anch’io ho avuto la sua stessa possibilità di essere vittima del potere. La differenza sarebbe stata l’assoluta indifferenza religiosa e mediatica a ciò che mi riguardava e sarei semplicemente stato uno dei tanti morti per aver detto la verità. Stavo facendo un comizio nel quale condannavo il fatto che in una cittadina recentemente distrutta dal terremoto si stava approvando e finanziando il progetto di una diga dove non esisteva nessun fiume da irreggimentare o da costringere in un alveo. A comizio finito e tornando a casa la mia A112 fu affiancata da una fiat 1100 grigia dalla quale partirono diversi colpi di pistola e di fucile da caccia. Dio volle che nemmeno un colpo mi sfiorasse ma i mercanti erano gli stessi che Lo hanno crocifisso ed anche in quell’occasione vinsero loro.
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Abner©Rossi (Natale 2024)

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