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A MIO PADRE, HASAN KURTI...

Non voglio ricordare l’anniversario della tua scomparsa, papà, perché so che una sola data può causare tanto dolore e lacrime; può trasformare il vuoto della tua assenza in un abisso. Non voglio nemmeno menzionare la data in cui sei partito per il tuo viaggio senza ritorno. Avrei voluto non vivere, non esistere quel giorno. Avrei voluto chiudere gli occhi e ricordare il tuo sorriso, la tua dolcezza, il tuo abbraccio, dove mi sentivo protetta dalla follia del mondo. Mi manca rifugiarmi ancora una volta tra le tue braccia: quell’abbraccio era grande, infinito, raccoglieva tutte le mie fragilità. Le ingiustizie e la follia del mondo non mi raggiungevano lì.

Tu papà, tenevi le mie prime poesie in mano come boccioli ancora chiusi e con esse bussavi alle porte delle redazioni di varie riviste. Quante porte sono rimaste chiuse, ma quante altre hai aperto indicandomi la via, dove continuo a camminare oggi.

È incredibile come il tempo scorra a un ritmo folle e impercettibile, ma il pensiero di te, quando incontro il dolore o quando provo la gioia, è permanente, presente, forte come la tua presenza.

Mi mancano le nostre lunghe conversazioni sulla letteratura… Vorrei dirti che fino ad oggi non ho trovato nessuno che mi ascolta instancabilmente come sapevi fare tu, come mi hai incoraggiato tu fino all'ultimo respiro della tua esistenza. Voglio dirti che non c'è giorno in cui io non pensi a te e alla mamma; voi vivete nel profondo della mia anima, dove sono custoditi gli amori più grandi, quelli che non muoiono mai... 

                                                                                            IRMA KURTI

 In occasione dell'anniversario della scomparsa di mio padre, Hasan Kurti, medico e autore di libri

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