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Il mio racconto:"Il mio calcio più bello-una storia di taekwondo,è stato pubblicato tra i migliori 30 del concorso, che pubblico poco sotto .  

Il rapimento di una bambina lasciata a giocare da sola.Quale genitore non rimane terrorizzato solamente all'idea di una notizia simile ascoltata al tg.Sport e vita quotidiana si mescolano di nuovo grazie a un agente di polizia, maestro di arti marziali.


IL CALCIO PIU' BELLO (UNA STORIA DI TAEKWONDO)

Mi chiamo Luca, sono agente di polizia, mi piace aiutare la gente ed essere utile al mio paese.
Il mio vero lavoro inizia pero'la sera, quando mi tolgo la divisa e indosso il dobok.
Ho aperto una palestra dove insegno Taekwondo ai bambini.
Le due ore che trascorro con loro mi fanno dimenticare lo schifo che vedo tutti i giorni lungo le strade; i piccoli mi riconciliano con l'umanità.
Stasera ho promesso ai miei otto allievi che si combatterà. Entro nel palazzetto, oltrepasso il corridoio e sento già le loro grida e li vedo correre impazienti.
S. mi nota e dice" è arrivato il maestro, fermi!". Il chiassoso vociare si interrompe subito. Varco la porta e saluto i miei due allievi piu' grandi che hanno già montato il tappeto. "Linea" e i piccoli atleti entrano nello stanzone, appoggiando:acqua borsoni e ciabatte.
I bambini si allineano per grado di cintura, mi salutano e iniziamo a correre in
circolo. Continuiamo il riscaldamento e penso che gli farò uno "scherzetto".
"va bene ragazzi, stasera ci impegneremo con la tecnica,su proviamo la quarta e la quinta forma"
M. sbuffa, la piccola A.M. mi dice "Maestro, ma oggi non dovevamo combattere?"
" E' vero, oggi e giovedi',già mi ero dimenticato,allora prendete le corazze" rispondo.
"Mi raccomando vi voglio vestiti in 3 minuti".
Divido il gruppo in due squadre di 4 elementi, i due maschietti saranno i capitani,mentre le bambine verranno divise in base alla loro cintura e la loro attitudine al combattimento.
Sistemo i miei allievi piu' grandi agli angoli del tappeto, per segnalarmi i punti, mentre io rimarrò al centro come arbitro.
E' luglio e fa caldo, ma i ragazzi lavorano bene. Incastri, parate. M. batte R, con un bel calcio circolare. Ora tocca alle ragazze: M.A. contro E.
M.A.ha 10 anni e' nera di capelli, alta e magra. Aveva paura di combattere, non voleva assolutamente partecipare alle prime gare da esordiente,ma ora è una vera:"macchina da guerra", che non teme neppure i maschietti.
E. invece è piu' minuta, regala almeno 10 cm a M.A., ma compensa la minore altezza con la sua grinta e l'agilita'.
E. ha perso il padre l'anno passato , in un incidente stradale, ma il lutto ne ha forgiato il carattere.
La piccola atleta urla e parte all'attacco. M.A. para il suo calcio,poi la colpisce sul viso.
La bimba cade per il colpo ricevuto:ammonizione e 3 punti per M.A.
E. si alza, mi guarda con i suoi occhi neri e continua a combattere. L'allenamento tra le due ragazze prosegue, quando succede quel "qualcosa" di imprevedibile che puo'capitare solo nel taekwondo.
E. para un attacco di M.A. e sferra un meraviglioso "mondollyo" che le permette di fare punto.
Penso che un maestro potrebbe insegnare per ore le tecniche di calcio, ma certi colpi sono innati,quando c'è il talento. E' come l"acquaticità". Ci sono bambini che entrano in piscina ed imparano a nuotare in pochissimo tempo, per una dote naturale.
L'allenamento finisce e ordino di sistemare corazze e protezioni. Mi avvicino a E. che si è appena tolta il caschetto e con una mano si sistema i suoi lunghi capelli biondi.
"Brava, hai fatto il tuo calcio piu' bello".
"Grazie, maestro" risponde felice.
I bimbi si dirigono verso gli spogliatoi, mentre arrivano i genitori,che aspettavano impazienti.
Vedo arrivare la mamma di E.La piccola bacia la donna e dice:
"Mamma, posso uscire a fare due scivolate nel parchetto la fuori".
"Solo due, perchè comincia a fare buio"risponde la madre
E' finita per oggi, torno a casa per dormire qualche ora, domani il mio turno inizierà presto.
Mi giro però nel letto, ho una grande agitazione addosso. Mi alzo, ormai non riuscirò più a dormire. Sento la suoneria del cellulare, è arrivato un nuovo messaggio.
Prendo il telefono e leggo quelle poche righe, che mi gelano il sangue.
La madre di E. mi scrive disperata, la bimba è sparita. --
I telegiornali per giorni hanno trasmesso la notizia del rapimento di E.
Per mesi sono stati rastrellati tutti i campi nomadi della città, sono stati sentiti I testimoni, ma nessun avvistamento è servito a ritrovare E.
Avevo la morte nel cuore, i miei ragazzi avevano perso la voglia di allenarsi.
E. ci mancava come la pioggia nel deserto.
Oggi è arrivata una nuova segnalazione alla centrale. C'è un campo nomade abusivo a nord della città, proprio sotto il cavalcavia dell'autostrada. Partiamo con la nostra autovettura.Sono molte le segnalazioni che si sono rivelate infondate.La la mia vita è finita da quando è scomparsa E.
Dovevo seguirla.. attendere che ritornasse la madre.Sonia la mia ragazza mi ha lasciato,ritrovare E. è rimasto l'unico scopo della mia vita.
Partiamo per una nuova indagine, seguendo l'ultima segnalazione.Piove, lungo la strada il rumore del tergicristallo ci segue per tutto il nostro viaggio.
Siamo quasi arrivati.La strada finisce con un grosso blocco di cemento che ostruisce la carreggiata.
La pioggia è cessata e grossi nuvoloni grigi riempiono il cielo.
Percorriamo una striscia sterrata che costeggia le torri di cemento della sopraelevata.
Leggo un cartello:"Qui finisce il mondo".Immondizia e vecchi elettrodomestici ovunque.
Avanziamo a fatica tra i buchi della strada. In lontananza vedo il campo dei nomadi.
Vecchie roulotte,macchine ammaccate e lamiere di eternit a delimitare quel fortino tra la sporcizia.Ci vengono incontro due uomini;il primo è un anziano, magro e lacero.
Noto che è cieco da un occhio,mentre Il secondo è un cinquantenne:grasso,che puzza di alcol e di sudore.
"cosa cercate da noi? Siamo povera gente che vive con il ferrovecchio".
Il mio collega inizia a parlottare con i due nomadi, quando la mia vista corre più in là tra le baracche,dove vedo un gruppo di bambini che giocano.
Spinto dalla curiosità mi avvicino.Due ragazzini tra i dodici e i quattordici anni strattonano un bimbo più piccolo dai capelli chiari e corti.
Il ragazzino cerca di allontanarsi, ma i suoi aggressori lo raggiungono e lo spingono a terra.
Sto per andarmene,ma un particolare mi riporta a seguire quella scena.
Il ragazzino si rialza, Il suo avversario cerca di colpirlo alla schiena,ma viene sorpreso da un un calcio che lo scaraventa in una pozzanghera .Si rialza infuriato.
Corro a perdifiato, quasi inciampo in una padella poggiata su due mattoni.
Alla mia vista i due ragazzi fuggono via, blaterando insulti.
Mi fermo e guardo il piccolo nomade,che mi fissa con i suoi grandi occhi neri.
"Ciao maestro finalmente mi hai trovata, hai visto il mio mondollyo?"
Le lacrime mi rigano le guance,l'abbraccio e le rispondo:
"Certo, questo è il tuo calcio piu'bello!"

Spero che vi sia piaciuto Maurizio Faretta

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